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domenica 30 novembre 2008

Sono sobrio: vedo vittoria

Sulla riva dell’Adige c’è un’ansa che lascia nel terreno ricchezza e fertilità, c’è una ferrovia che collega il Sud dell’Europa al Nord. C’è una Diga che gli uomini straordinari hanno rimesso in piedi, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, con le stesse pietre che erano state spaccate dagli ordigni. Sulla riva dell’Adige c’è un’ansa e un grappolo di case, con famiglie forti e lavoratrici, che stanno lì da 8 secoli.
Nel cuore di quel quartiere c’è una squadra di calcio che, come ho avuto modo di persona di dimostrare davanti a una commissione di laurea dell’Università di Trieste nel 2003, è un fenomeno sportivo costruito da una vera comunità.
Sulla riva dell’Adige c’è il Chievo, atteso allo stadio “Friuli”. Ok, se si infila il termometro nel pentolone delle cose bianconere e scaligere non si riesce a capire chi sta peggio. I veronesi hanno cambiato tecnico e non hanno cambiato vizio (quello di perdere). C’è di più: sono palesemente i meno attrezzati (con la Reggina) per restare in serie A. Però c’è un però che ora mi sfugge, perché non mi ricordo quale sia l’ultima squadra che ha vinto a Udine…
Scherzi a parte questi non segnano da una vita e la difesa dell’Udinese dovrebbe stare attenta alla… legge dei grandi numeri. Se non segnano da una vita e non vincono da una vita, a me viene da toccare una certa parte anatomica del mio flaccido corpo… Non so a Marino.
Detto questo pensiero tipico dei friulani, gente che teme sempre il peggio, vado controcorrente e prevedo un secco 4-1. Sono matto e potete anche rinchiudermi e buttare via la chiave, ma per me deve finire così e finirà così. Marino ha condotto in porto un’altra settimana di allenamenti senza grossi casini (tipo la coppa Uefa): di conseguenza, da avveduto navigatore qual è, deve aver lavorato sui muscoli stanchi della truppona bianconera. Se, tuttavia, dovesse esserci l’ennesimo passo falso allora avrei pronto il bollo, visto che tre indizi fanno una prova, ma quattro fanno una certezza: di fronte a un pallido pareggino o peggio direi “ragazzi, è finita, rassegnamoci all’anonimato”. Non ci penso nemmeno, perché continuo a credere (idiota) che l’Udinese sia una squadra da scudetto, ma lo deve credere prima lei medesima. Esagero. Le ultime dicono di un Obodo scalpitante e di un Di Natale rientrante. Andranno in gol entrambi.
Due i temi tattici. Il Chievo verrà a giocare a Udine raccolto in 20 metri di campo e schiacciato nella sua difesa. Attenti a interrompere le traiettorie dei passaggi bassi che loro faranno uscire dall’area per far partire il contropiede che in Pellissier ha uno dei migliori interpreti d’Italia. Seconda cosa. Attenti a non giocare troppo al centro della difesa clivense: meglio allargarsi e allargare le maglie, gli spazi, che ci saranno tra i centrali gialloblu. Vedo e prevedo e stravedo pure un gol di Quagliarella…
Però ora smetto di bere e mi metto davanti alla tv con la sciarpetta. Fino a dopo la fine tifo e canto anche da Milano, poi imbraccio il fucile della critica (se serve) o (lo spero di più) l’arpa degli elogi.
Viodin…

(francescofacchini.it)

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