domenica 30 novembre 2008
Il Milan alza bandiera bianca. La pianta al Barbera, assediato e sbeffeggiato dal Palermo che gli rifila un 3-1 strameritato. Nella serata in cui non funziona nulla, i rossoneri vengono sovrastati dai rosanero che per novanta minuti dettano legge e vanno in gol nella ripresa con Miccoli, Cavani e Simplicio. La reazione rossonera ha il marchio di Ronaldinho che accorcia su rigore, dopo averne sbagliato uno nel primo tempo, con la grande deviazione di Amelia. Un Milan sconcertante che senza Kakà e Gattuso non entra mai in partita e reagisce quando ormai è troppo tardi. L'Inter adesso è un punto sbiadito in lontananza. Sei punti più in alto.
STRATEGIE - Per Davide Ballardini il Milan si poteva battere solo con intelligenza tattica, velocità e potenza atletica. Ai rossoneri ha opposto il 4-3-1-2, con Simplicio alle spalle di Miccoli e Cavani, due elementi che lo scorso anno fecero impazzire i rossoneri. Carlo Ancelotti a centrocampo si è affidato a Flamini, Pirlo e al ritrovato Ambrosini, mentre in attacco, davanti a Seedorf e Ronaldinho, ha schierato Pato. Poi il pacchetto difensivo con Zambrotta e Maldini, ovvero esperienza da vendere, con il senno di poi insufficiente.
FURIA ROSANERO - Scontato, infatti, il copione del primo tempo. I rosanero non badano a spese e aggrediscono, mentre il Milan punta a mantenere equilibrio fra difesa e centrocampo. Obiettivo: subire il meno possibile il gioco avversario e, di conseguenza, evitare di andare in paranoia. Non resta che aggrapparsi allla ripartenza, troppo lenta a dire il vero per intimorire i rosanero che rispondono con il pressing alto e incrociano una serata di grazia. Al guizzo di Pato che spara su Amelia pronto a deviare in angolo (ma a sbagliare è il brasiliano), risponde Miccoli in due occasioni. E qui sale in cattedra Abbiati che compie almeno tre parate decisive. Funziona a perfezione l'asse Balzaretti-Miccoli; sulla fascia sinistra il Palermo è micidiale e il Milan soffre. Inoltre i frenetici batti e ribatti nell'area rossonera dilatano l'inquietudine della difesa che spesso si inguaia da sola.
SERATA MICCOLI - Al 25' Amelia stende Pato sulla linea del limite. Rocchi assegna il rigore, ma Ronaldinho si fa parare il rigore dal portiere palermitano. Alla grande occasione gettata al vento corrisponde il forfait di Pato che lascia dolorante per Inzaghi. L'errore di Dinho o la prodezza di Amelia, inaugurano il gran finale del Palermo che assedia il Milan, incapace di oppore marcature ad hoc all'imperioso pressing rosanero. A salire in cattedra, oltre ad Abbiati, è Ambrosini, onnipresente e perfetto: ultimo baluardo che si sacrifica da leone. Ma l'ultimo squillo è di Ronaldinho. Punizione dal limite e palla che finisce sulla traversa, come dire che al funambolo di Porto Alegre le soluzioni facili non piacciono. Un po' come a Miccoli che al 5' della ripresa trova l'angolo giusto. Strepitoso il gol del leccese: una fiondata dal limite che si infila alla sinistra di Abbiati.
DILAGANTI - E' impressionante la capacità del Palermo di mantenere alto il ritmo, senza concedere allo stesso tempo nulla al Milan che cambia due uomini a centrocampo: Ambrosini e Flamini per Shevchenko e Emerson. Scelte ininfluenti. Non è azzardato definire i rossoneri del Barbera impalpabili e non pervenuti. Al 14' arriva infatti il meritato 2-0. Liverani verticalizza alla Pirlo e Cavani di testa infila imperiosamente alla Borriello. L'involuzione è totale e il Palermo staripa con Simplicio che infila al 35' il 3-0 di testa. L'orgoglio del Milan si chiama Ronaldinho: il brasiliano conquista da solo un rigore netto che trasforma al 38'. Ma è troppo tardi per riacciuffare un pari immeritato. Passa il Palermo; per il Milan ridimensionato, un k.o. clamoroso su cui meditare a lungo. (gazzetta.it)
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Argomenti: Serie a 2008/2009