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venerdì 5 dicembre 2008

La chiave di volta

La chiave di volta di una squadra è sempre il centrocampo: è quello che fa da filtro, quello che deve impostare e difendere e, nell'Udinese col 4-3-3- scelto da Marino ha compiti faticosi e importanti. E all'inizio ha brillato come non mai, con D'Agostino e Inler a fare da leoni, tanto che il primo si è guadagnato (finalmente) anche la Nazionale. Poi qualcosa è cambiato. Gli avversari hanno cominciato a marcare duro i due punti di forza mentre Isla deve ancora crescere in fase di impostazione anche se ha due polmoni grandi così. Il cileno quando è mancato si è sentito, ma non basta a spiegare le quattro sconfitte. Il calo tra primi e secondi tempi c'è ed è statistico non inventato. I raddoppi di marcature sui fornitori di gioco bianconeri sono confermati dagli avversari non sono impressioni.
La chiave di colta quindi a questo punto è la duttilità, tanto declamata in estate: mercoledi con la Dinamo si è rivista, ma l'avversario non è l'Atalanta e la competizione era diversa dal campionato di a, dove ti conoscono fino alla nausea. Serve quindi trovare altre forniture per gli attaccanti che altrimenti possono correre anche chilometri, ma si ritrovano nelle condizioni peggiori per pungere. La chiave di colta dell'Udinese è la velocità ed il contropiede, se vengono a a mancare diventa prevedibile. Quindi si dovrebbe arrivare ad altro. Magari alle fasce, dove Mesto e Dossena arrivavano speso sul fondo per crossare (una delle situazioni più complicate per la difesa avversaria), mentre oggi Ferronetti e Lukovic sono ottimi nel 4-3-3 ma non possono farsi tutta la fascia. Pepe ci prova ma è forse troppo poco.

La chiave di colta è quindi cercare nuove soluzioni, non ostinarsi su un modulo o su uno schema, al di la degli uomini a disposizione.

La chiave di colta sarà recuperare Obodo e Tissone al 100%%. Il nigeriano mercoledi ha dimostrato che se usato in una certa maniera può essere più che utile, mentre l'argentino è ancora indietro. Ma la chiave di volta – a nostro avviso – sarà quella di rimpolpare la mediana a gennaio: Asamoah sarà una promessa, ma non si può pensare di competere su tre fronti con 5 centrocampisti effettivi. Zimling arriverà, ma forse servirà ancora un piccolo sforzo da parte di Pozzo per riuscire a fare di questa stagione la vera chiave di colta della storia dell'Udinese.

Ma molto passa attraverso Bergamo: la chi8ave di colta potrebbe davvero essere quella. Una quinta sconfitta consecutiva sarebbe una mazzata sia morale che sulla classifica. Un pareggio significherebbe riprendere a camminare non a correre, mentre la vittoria a questo punto è quasi un obbligo per cancellare dubbi, per ritrovare davvero fiducia in sé stessi e per riguardare a quella parte di classifica che Pozzo guarda, anche se non lo dice, anzi lo ha pure fatto. Il sogno è la Champions c'è poco da fare, anche se una chiave di colta come detto sarebbe vincere finalmente qualcosa per togliere polvere dalla bacheca.
Insomma molto passa per domenica e da come Marino saprà impostare la squadra, adattandosi alle misure che prenderà Del Neri. Una partita anche a scacchi, dove riuscire a dare scacco matto, anche se siamo solo alla 15a, potrebbe davvero cambiare molto in una stagione, almeno per quanto concerne il campionato.

Infine una ultima chiave di volta: anche Bergamo – è notizia di ieri – avrà il nuovo stadio. La laboriosa Udine cosa aspetta? Pozzo e Le Ville Plus si stanno muovendo, ma occorre una svolta anche da altre parti. Forse l'immobilismo che regna da queste parti sta diventando talmente pesante che anche la laboriosità friulana non serve a nulla se non c'è una mente imprenditoriale capace di saper migliorare una situazione che sta diventando insostenibile. (udineseblog)

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