Quickribbon Yes we can! (Really?)

martedì 18 novembre 2008

Yes we can! (Really?)

La partita di domenica contro la Reggina ha lasciato vari segni, specie per chi si era illuso che qualcosa stesse cambiando. Ovviamente i cambiamenti non sono mai repentini, altrimenti rischiano di crollare, ma sembrava davvero che l'Udinese potesse essere maturata. Invece la settimana nera, anzi amaranto ha visto passare il turno di Coppa Italia solo ai rigori, (una serie interminabile), dopo che si era già rischiato grosso durante la partita.

Passare in questo modo servirà ad andare avanti ma dice anche che le riserve non sono riuscite a manifestare la loro superiorità. I rigori si dice sono una lotteria. Quest'anno l'Udinese ne ha già vinte due, è bene non abusare troppo.
Poi la settimana amaranto è proseguita domenica quando con i titolari sembrava a tutti cosa non diciamo facile, ma quantomeno abbordabile, battere l'ultima della classe: ed invece che succede? L'Udinese torna a tirar fuori il vestito che più le piace quello dell'autolesionista, tipico friulano, tanto he sta nascendo l'ipotesi nell'università del Michigan che la squadra per osmosi faccia quello che fa il suo pubblico. Sia stata assente.
Perchè l'altro punto che è saltato all'occhio è che lo stadio per quanto grande, inadeguato, vecchio scomodo, era vuoto. Inutile vantarsi di 17,000 abbonati quando è chiaro che sono virtuali, visto che molti ragazzini da soli non verranno mai. Insomma il solito zoccolo duro, e chi di dovere dovrebbe cercare di capire la situazione e porre rimedio prima che sia troppo tardi. Ma evidentemente i problemi sembrano essere altri quelli prioritari.
Sicuramente tra questi ci sono la classe arbitrale: Mazzoleni non ha contribuito alla sconfitta. Se qualcuno si aggrappa a questo allora è bene che gli diano la medaglia al merito del tifoso parziale, però ne ha combinate tante, specie nel finale, così come ne aveva combinate Saccani e così come ne avevano combinate altri. C'è poco da fare, ogni anno si parla di queste cose e la noia a farlo sta diventando davvero pesante. Anche perchè pure in questo caso non vediamo nessuno che muova un dito per risolvere il problema. Così le solite note tornano a far felici Tv e giornali e le solite sorprese tornano a riempire le pagine quando non c'è altro da scrivere.

Comunque crediamo che ognuno sia anche vittima dei propri mali e l'udinese ne ha uno soprattutto, proprio nel mezzo dove che non ci siano ricambi appare chiaro anche ad un bambino delle Fiji che gioca solo a Rugby. A gennaio dovrebbe arrivare Zimling, ma basterà? Pozzo si è detto disposto a tornare sul mercato se Marino glielo chiede, ma il, tecnico che per ora ha utilizzato solo 18 giocatori, ricalcando l'andamento dello scorso anno lo farà?

Comunque non è il momento di fare i catastrofisti. Udine così in alto è pur sempre un vanto, solo che c'è chi inizia ad essere stanco di vedere la bacheca sempre vuota con la solita Mitropa in bella evidenza.

Ma per diventare grandi oltre alla maturità sul campo, serve crescere anche in altri settori: riuscire a distribuire al emglio sia a a livello locale che a livello nazionale la propria immagine. Massimo De Luca ha raccontato che ha dovuto pagare lui il biglietto per andare agli studi RAI l'anno passato. A nostro parere sarebbe stata la società a doverlo fare perchè l'immagine è tutto.

E tornando alla questione dell'immagine, e quindi dello stadio sappiamo che i problemi per realizzare quello nuovo sono più che altro burocratici. Ma sappiamo anche che la burocrazia in Italia alle volte è talmente lenta che perfino una tartaruga fa prima il giro del mondo. Insomma serve darsi una mossa. Tutti. Dalla squadra in primis, fino all'ultimo dei simpatizzanti. Solo insieme si può ambire a vincere. (udineseblog)

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