Quickribbon Sartori: "Vogliamo uomini veri"

sabato 29 novembre 2008

Sartori: "Vogliamo uomini veri"

«Adesso le parole non servono più». Giovanni Sartori ha poca voglia di parlare. Pochissima. «Se ogni parola valesse un punto...».
Giovanni Sartori non si tira indietro. Non cerca alibi. Guarda avanti. Ci crede e non lo manda a dire. Ci crede e lo fa capire. Con forza. Giovanni Sartori non si chiama fuori.

Anzi. Affonda i colpi, prende carta e penna, fa due conti, fissa gli obiettivi. Tutto d'un fiato.
«Responsabilità? Ne abbiamo tutti, questo è sicuro. Se è vero che si vince tutti assieme, è anche vero che tutti assieme si perde. Quando le cose vanno male, non c'è mai un solo responsabile».

Anche Sartori ha sbagliato qualcosa...
«Anche Sartori ha sbagliato qualcosa, certo. Società, allenatore, giocatori, il discorso chiama in causa tutti. Dunque anche il sottoscritto. Sarei un pazzo se pensassi di non aver sbagliato, ma ho anche un'idea ben precisa...».

Quale?
«Oggi non serve continuare a cercare chi ha sbagliato e perché ha sbagliato. Oggi, dobbiamo concentrare le nostre energie sul campo. Le analisi e i bilanci non si fanno mai a novembre, si fanno alla fine. E la strada è ancora molto lunga».

Qualcosa che non rifaresti?
«Se guardo la classifica, penso di aver sbagliato proprio tutto. Ma credo che il calcio sia una materia molto strana. Oggi ha una verità che può essere diversa da quella di domani. Oggi puoi pensare una cosa, il campo te la smentisce domani. Io aspetto. E se domani sbocciasse davvero il Chievo che tutti aspettiamo?»

Diciamo la verità, è giusto alimentare speranze?
«Noi dobbiamo salvarci, questo è l'obiettivo. La situazione è seria, ma non è impossibile. Siamo i primi a sapere che ci vorrà un'impresa, ma il Chievo ha le qualità per realizzarla».

Come può raddrizzare la baracca?
«Il tempo stringe, non possiamo più sbagliare. È chiaro che d'ora in poi diventa fondamentale azzeccare tutti gli scontri diretti, ad esempio. Puoi perdere con l'Inter, ma devi far risultato a Bologna, tanto per dire. È difficile, non impossibile».

Anche gli arbitri non vi hanno aiutato...
«Anche gli arbitri hanno la loro parte, ma vale il discorso che facevo prima. Se cominciamo a distribuire colpe, non si salva nessuno. Non ha senso farlo. Certo, per salvarci, magari, speriamo di trovare per la strada qualcosa che magari ci è stato tolto. Ma non facciamone un alibi, dipende da noi».

Come fa una squadra desolatamente ultima a rilanciarsi?
«Gli esempi non mancano. Ci vogliono qualità caratteriali, tecniche e morali molto forti. Ci vogliono gli attributi, giusto per essere chiari. Gli stessi che hanno portato il Chievo ad essere un esempio. Oppure gli stessi che un anno fa ci hanno permesso di tornare subito in A».
La gente dice, ci vorrebbe un mercato coi fiocchi e non con i fichi secchi...
«Vedremo. Stiamo guardando molto all'estero, stiamo ragionando con l'allenatore per capire dove e come intervenire. Ma io ho una mia teoria, se vuoi te la spiego...»

Prego...
«Prima che di giocatori, il Chievo ha bisogno di uomini veri. I giocatori lasciano il tempo che trovano, gli uomini veri sono quelli che non tradiscono mai. Quelli che quando il gioco si fa duro, cominciano a giocare. Chiaro?»

(l'Arena)

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