giovedì 27 novembre 2008
A tre giorni dalla disfatta di Reggio Calabria, in casa Atalanta pensare ad altro è praticamente impossibile. Tra processi più o meno velatamente intentati dai mass media e i malumori del popolo nerazzurro, l’undici di Del Neri prosegue il lavoro di preparazione alla difficile gara casalinga con la Lazio dissimulando la delusione con una nonchalance di facciata.
Ma l'amarezza lasciata in bocca dal capitombolo sullo Stretto si sente eccome. Tanto che le preoccupazioni per lo scontro con la quinta forza del campionato lasciano spazio alle riflessioni sui perché del rendimento deficitario lontano dalle mura amiche.
Gyorgy Garics, non ineccepibile a Reggio come tutta la difesa, si cimenta nell’ardua impresa di trovare una spiegazione. Missione fallita, si direbbe a sentirlo parlare: “Bisogna archiviare in fretta questa brutta sconfitta – esordisce -. Chissà perché, fuori casa finora abbiamo raccolto pochissimo (4 punti in 7 incontri, ndr), anche se ce la siamo sempre giocata. Non so per quale strano motivo non riusciamo ad affrontare le trasferte come le partite in casa. E dire che solo una settimana prima, contro il Napoli, abbiamo fatto vedere a tutti di cosa siamo capaci: ecco, l’Atalanta vera era quella. Una cosa è certa: chi è in casa parte sempre favorito”.
Domenica si apre un tris di appuntamenti da far tremare i polsi. Al Comunale, in rapida successione, arriveranno i biancocelesti dell’ex Delio Rossi e la sorprendente Udinese di Marino, rispettivamente sei e quattro punti più avanti dei nerazzurri. Quindi l’insidiosa visita al Genoa. “Se non sbaglio, la Lazio ha il miglior attacco del campionato (22 reti, ndr) – osserva il terzino austriaco -. Pandev, Rocchi e Zarate sono abili con la palla e molto rapidi: bisognerà stare attenti e concentrati al massimo. Zarate gioca sulla mia fascia? Non mi preoccupa, anche se lo rispetto. Ma non sarò solo contro di lui: siamo tutti sulla stessa barca. Anche l’Udinese è forte, ma ci penseremo da lunedì prossimo: si gioca una partita per volta. Non sarà facile nemmeno a Genova, contro una squadra finora imbattuta in casa”.
La classifica non è ancora da allarme rosso, benché il divario con la terz’ultima (la Reggina, appunto) si sia accorciato a sole sei lunghezze. Ma la parola timore non fa parte del vocabolario di Garics: “Non ho mai avuto paura in vita mia – conclude -. Nella nostra testa l’obiettivo deve essere uno solo e si chiama salvezza. Dobbiamo raggiungerla il prima possibile. La nostra squadra ha sempre fatto vedere la sua forza quando si è trovata a dover dimostrare quanto vale. In queste due gare al Comunale l’ideale sarebbe raccogliere sei punti: partite semplici non ne esistono, ma non possiamo permetterci di avere paura, altrimenti è finita. E non dobbiamo dare retta alle voci di chi sostiene che fuori casa non abbiamo personalità”.
(bergamonews.it)
((•)) Ascolta questo post - Preleva
Argomenti: Le altre di A