Quickribbon Bologna, ecco Mihajlovic

martedì 4 novembre 2008

Bologna, ecco Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic usa le parole con la stessa decisione con la quale calciava (e spesso segnava) le punizioni.

Precise, dirette che colpiscono il bersaglio grosso. “Sono venuto a Bologna – esordisce il neo allenatore dei rossoblu - perché, sia da giocatore che da tecnico, mi piacciono le sfide belle e difficili. Sono convinto che questa squadra si salverà; ci credo perché il Bologna ha una rosa che, con tutto il rispetto, non ha nulla da invidiare a un Catania o a un’Atalanta. C’è qualità e l’ho vista nelle partite precedenti; ora bisogna solo lavorare, soprattutto sotto l’aspetto psicologico, perché questi ragazzi hanno bisogno di credere e riavere fiducia in loro stessi”.

LA TELEFONATA - In una sala stampa piena all’inverosimile, seduto sulla seggiola dove, fino a due giorni fa, c’era Arrigoni, Mihajlovic non vuole fraintendimenti: “Ho telefonato ieri a Daniele, ci siamo parlati anche perché non ho avuto la fortuna di conoscerlo. E’ una brava persona e un buon allenatore e, se oggi siamo in A, è grazie al suo lavoro. Mi dispiace che sia stato esonerato, ma questi sono i rischi di questo mestiere. C’è una cosa su cui non transigerò dentro lo spogliatoio; ossia che i giocatori possano parlare male di lui”. In campo affrontava tutti gli avversari di petto, così farà coi suoi giocatori: “Dovranno sempre dare il massimo, come facevo io in campo, perché non mi piacciono i giocatori mosci”.
LA POLITICA - Intanto va a muso duro, con un giornalista, quando si parla del binomio personaggi sportivi-politica, e ritorna fuori l’episodio quando gli ultrà della Lazio, esposero lo striscione (“Onore alla tigre Arkan”), in riferimento al comandante serbo “Arkan”, amico del giocatore laziale, ma accusato di crimini di guerra: “Io non ho onorato nessuno, l’hanno fatto i tifosi - replica -. Io ho fatto solo un necrologio di una persona scomparsa, comunque a me la politica non interessa e non voglio essere etichettato politicamente. Anzi, posso dire che, in Jugoslavia, ho vissuto meglio nel periodo del comunista Tito, che dopo. Non paragonatemi a personaggi dello sport come Di Canio o Lucarelli. A fine campionato - ha detto rivolgendosi ai giornalisti - quando ci saremo salvati, sarete miei ospiti a cena e parleremo di politica. Ma adesso pensiamo solo al calcio”. Il Bologna di Mihajlovic non prescinderà dalla difesa a 4 e terrà d’occhio lo svincolato Cesar, in attesa del mercato di gennaio. Intanto oggi pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti, è annunciata la contestazione dei tifosi: “Qualsiasi contestazione non sarà mai violenta come quelle che ho vissuto a Roma”; Sinisa il guerriero è pronto.
(gazzetta.it)

0 Comments:

Post a Comment



Articoli correllati