lunedì 8 settembre 2008
Ha ereditato da Valerio Bertotto la fascia di capitano nella stagione 2006/07 e come Bertotto è stato una delle colonne dell'Udinese del 2000. Giampiero Pinzi, dopo 8 stagioni in maglia bianconera, ha lasciato da due settimane l'Udinese per cimentarsi in una nuova avventura a Verona.
Ad Udine è rimasto nei cuori di molti tifosi, soprattutto di quelli che hanno saputo apprezzare la sua lealtà, la sua schiettezza e il suo attaccamento alla maglia.Udineseblog ha voluto ritrovare quel leone che si è sempre battuto col cuore per la maglia bianconera, ripercorrendo con lui i suoi 8 anni ad Udine.
Nel 2000 l'Udinese cedette alla Lazio Fiore e Giannichedda, portando in Friuli un bel gruzzolo e la metà di un certo Giampiero Pinzi, un ragazzo cresciuto nelle giovanili biancocelesti e che con la sua squadra del cuore aveva giocato solo 3 partite in Champions League. "Fui felicissimo di arrivare all'Udinese. Volevo lasciare la Lazio, perchè avevo tanta voglia di giocare e lì non lo potevo fare con continuità: c'erano tanti campioni ed io ero chiuso. Per me era la prima volta che mi allontanavo da casa ed ero entusiasto perchè sapevo di andare a far parte di una società che già allora puntava molto sui giovani ed era stimata per l'ottimo lavoro che sapeva fare con i ragazzi. Rischiai di andare a Bologna, era quasi fatta. Poi l'Udinese si inserì nella trattativa e mi portò in Friuli. Anche allora Udine per un giovane era vista come un'oasi felice, per un ragazzo era una piazza ambita, dava speranze e garanzie. Arrivai con tanta voglia di confrontarmi con una nuova realtà."
Udine non è Roma, "ma io non ebbi alcun problema ad inserirmi. Ricordo che Giannichedda mi prese sotto la sua ala protettrice, mi fece da tutor. E poi c'è stato Muzzi che mi ha dato una grossa mano. Quando sono arrivato non avevo ancora la patente, perciò Iaquinta si offrì di farmi da Chaffeur..."
Con l'Udinese fu subito protagonista in campo, tanto da trovarsi spesso al centro dell'interesse nelle sessioni di mercato. Con l'Udinese si è trovato a lottare per la salvezza e per la Champions:"Tra i ricordi più belli c'è il mio primo gol in serie A con il Verona al 90°: vincemmo 2-1 e fu indimenticabile. Poi come dimenticare quell'intera domenica di Udinese-Milan, quando ci giocavamo l'accesso alla Champions. Fu una giornata vissuta intensamente: la mattina piena di tensione, nervosismo crescente.La partita giocata con un gran caldo, lo stadio pieno: il nostro vantaggio fu una vera e propria liberazione. Un'emozione incredibile. Poi loro hanno pareggiato e noi a fine gara tutti attorno alla panchina a seguire per radio il collegamento con lo stadio di Bologna, dove attendevamo il risultato della gara con la Sampdoria. Alla fine fu una festa indimenticabile: fiumi di birra, una marea di tifosi e io che non so come mi sono trovato su un camion a festeggiare in centro. Anche dal punto di vista personale, Udine è speciale per me. In questi 8 anni, mentre ero qui sono diventato papà e mio figlio, anche se è nato a Roma, considera Udine casa sua."
Alla fine però Pinzi ha scelto Chievo:"Io ormai volevo provare nuove esperienze professionali e la società scaligera è stata quella che mi ha fortemente voluto. Mi hanno seguito a lungo e hanno sempre mantenuto il contatto. Non ho avuto dubbi alla fine."
Ad Udine, forse, quella famosa conferenza stampa alla fine di una travagliata stagione che ha visto fuggire mezza squadra (coe dimenticare le partenze pesanti di Iaquinta, Muntari, Natali, De Sanctis) ha cambiato molto, troppo, nel rapporto tra Pinzi e l'ambiente:"I primi anni sono stati bellissimi, poi ho patito una serie di infortuni che mi sono costati molto non solo a livello fisico; poi dopo Galeone ci sono state troppo cose che non erano chiare. Io ho sbagliato a fare quelle esternazioni e mi dispiace molto anche per Pozzo che ha sempre dimostrato molta stima verso di me, mi ha difeso, parlato e perdonato in molte occasioni. Di questo gli sarò sempre grato. Però posso assicurare che gli sbagli che ho fatto li ho fatti in buona fede. Purtroppo, allora, si era creata una situazione strana nello spogliatoio, una situazione non chiara. C'era anarchia totale e io sono abituato a dire quello che penso, non sono capace di fingere o fare il doppio gioco. Feci quello sfogo a fin di bene." Forse non ti aspettavi una reazione del genere da parte dei tifosi, nonostante in molti abbiano apprezzato la tua sincerità e soprattutto il tuo coraggio di esporti:"Quella reazione era immaginabile. Ma sono contento perchè ho avuto anche tanti attestati di stima."
In quegli 8 anni diversi allenatori hanno guidato la squadra e molti sono i compagni avuti al fianco:"Tra gli allenatori, Spalletti è quello che ci ha dato di più e che ha raggiunto i traguardi più importanti, lo dicono anche le cifre. Anche a noi giocatori ha dato tanto: era 24 ore su 24 al campo e so che ha dato tutto per l'Udinese, anche se poi si è lasciato in malo modo. Per me però è sempre un piacere rivederlo. Ho conosciuto tanti compagni, la lista è lunga. Con tutti mi sono trovato bene, non vorrei citarne solo alcuni altrimenti farei torto ad altri. Ho avuto ottimi rapporti con tutti: Giannichedda, Muzzi, Di Michele, Rossini, Candela, ma sicuramente ne dimentico molti."
Giannichedda sembrava sul punto di tornare ad Udine nei giorni scorsi:"Sarebbe stato un affare per l'Udinese. E' un ottimo professionista, uno che può dare ancora molto. Ci guadagnerebbe molto anche lo spogliatoio, che invece questa estate ha perso molto: Mesto, Dossena, lo stesso Langella nel mese che è stato qui ha saputo far squadra."
Pinzi, Langella... ex che con Morero ed Esposito si ritrovano a Verona:"La società ha messo su un gruppo equilibrato. L'obiettivo, in un campionato così difficile, rimane la salvezza. In fondo siamo una neopromossa. Abbiamo però cominciato bene, vincendo in casa uno scontro diretto. E gli stimoli per fare bene non mancano."
Pinzi è stato ceduto in prestito con diritto di riscatto della metà. Comunque vada a finire, ad Udine si fa sempre il tifo per lui ...
(udineseblog)
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Argomenti: Interviste, Pinzi