Quickribbon Tiboni incanta Verona

giovedì 4 dicembre 2008

Tiboni incanta Verona

Ne è dovuto passare di tempo per vedere un'altra tripletta realizzata al Bentegodi. E’ stato 'Tibo-Gol' a riuscire nell’impresa contro il Legnano, nella 14a Giornata del campionato di Prima Divisione della Lega Pro (girone A).

Erano 12 anni che i 'butei' non si lustravano gli occhi con un exploit del genere. L'ultima volta, nel campionato 19995/96, ci pensò Cammarata contro il Cesena (finì 6 a 1 per la cronaca). E, nella stagione precedente, ancora l'attaccante siculo aveva infilato per tre volte nella stessa partita la porta del Perugia che l’Hellas affrontava in Umbria. Risalendo ancora più indietro con le statistiche troviamo la tripletta contro il Pescara di un giovanissimo Filippo Inzaghi, che da quel giorno venne soprannominato 'Superpippo'.
Bei tempi, viene da dire, e grandi nomi. Poi, se ci si pensa meglio, si scopre che il grande Pippo non era ancora l'attaccante devastante che in Europa ha spadroneggiato per anni a suon di gol (e che tuttora risulta decisivo anche se, con l'incalzare dell'età, deve misurare le forze). Ma nemmeno Gilardino, per venire a tempi più recenti, era ancora quello di Milan e Fiorentina, così come lo 'zingaro' Mutu o 'el indio' Camoranesi erano lontani dai fastosi palcoscenici nostrani e continentali a cui li associamo oggi. Già allora però, si intravedeva in loro qualcosa in più, quel pizzico di sana pazzia frammista a classe non ancora sgrossata che, giunta a 'completa maturazione', avrebbe finito per incantare le platee di mezzo mondo.
Accostare Tiboni a questi mostri sacri potrà sembrare stridente e, forse, inopportuno. Ma questo ragazzo ha quel qualcosa in più, una sorta di ‘X Factor’, che lo farà giungere a grandi traguardi. Basti pensare all'apparente scioltezza/incoscienza con cui ha battuto il rigore del pareggio, conun irriverente 'cucchiaio' alla Totti. Oppure al modo assolutamente naturale con cui ha 'uccellato' il portiere lilla. Insomma il ragazzo possiede certamente doti di alto livello ed è strano che Ventura a Pisa non se ne sia accorto e lo abbia lasciato spesso in tribuna (anche, si sussurra, per vicende extra-calcistiche). Forse le 'bizze' della giovinezza dominavano la tecnica e la voglia di giocare a calcio. Oppure, magari, ha trovato solo a Verona il giusto mix di responsabilità e spensieratezza che consentono a un giovane di decollare.



Tutti i butei gialloblù sperano, comunque vada, che il possente granatiere biondo in comproprietà con l'Atalanta (come Bergamelli e Campisi), coltivi a fondo i suoi talenti. E insegua nel contempo, con costanza e dedizione, i sogni di gloria tipici dei ventenni. Per la sua carriera, certo, ma anche per l'Hellas. Che vuole tornare ad assaporare il grande calcio che il suo popolo merita.

(Calciopress.it)

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