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mercoledì 3 dicembre 2008

Importante ma non seria

La Uefa è cosa importante ma non seria: con un punto da prendere per andare avanti, e con quattro scoppole alle spalle è chiaro che la partita chiave che dirà se l'Udinese si sta riprendendo o sta andando a picco è quella di Bergamo domenica, che sarà giocata senza Di Natale e forse Ferronetti e Isla. Insomma stasera serve vincere per interrompere la serie no, perchè vittorie portano vittorie e una ulteriore sconfitta sarebbe deleteria e perchè soprattutto il primo posto nel girone è ambito per evitare guai dopo.


Ma le vere risposte non aspettiamocele in questa occasione: anche una vittoria non avrebbe nulla a che fare con il campionato: troppo diverse le competizioni, troppo diverse le motivazioni e troppo diverse le avversarie.
Questa sera è da vincere soprattutto per sé stessi, per cercare di ritrovare quel minimo di autosima che sembra persa. Qualcuno sostiene che il gol dell'Inter è stato la causa del tracollo. Non pensiamo questo così come non pensiamo che gli arbitri facciano la differenza quando si perde una striscia così importante.

Con al Dinamo soprattutto i nervi vanno tenuti saldi: i croati sono maestri nel saper innervosire, e questa Udinese ha bisogno di tutto tranne che una crisi di nervi. Quando imperversa la tempesta è bene stare fermi, non cercare di scappare perchè altrimenti non fai altro che rincorrerla.

Calma anche fori dal campo è la parola d'ordine: 1,200, o forse più croati che invadono Udine non lasciano tranquilli: non vorremmo che l'editoriale di domani si incentrasse su altro che non sulla partita.
Importante ma non seria dunque: almeno per ora, perchè questa UEFA deve essere un obiettivo primario tanto quanto il campionato. Ben sapendo che vincere la Serie A è come andare su Andromeda, questa competizione diventa – insieme alla Coppa Italia – l'unico modo per dimostrare che le belle parole su questa squadra (tutti forti, attacco super, gioielli in evidenza etc, etc) non sono solo tali, ma qualcosa in più. Solo vincendo o almeno provandoci fino alla fine con tutte le forze si dimostra di essere grandi, altrimenti hai voglia a credere a progetti e che Udine non è solo un ponte verso altri lidi. Vincere – o tentare di farlo – per cancellare l'etichetta di piccola oasi felice che fa già miracoli: se è questo che si vuole, bè allora ditelo a chiare lettere perchè tanto vale chiedere poi di abbonarsi. Se si hanno ambizioni come sembra occorre perseguirle anche col bastone. Qui la carota è stata usata fin troppo in queste ultime settimane. Ora è giunto il momento di dimostrare che si vuole davvero qualcosa.

All'Udinese la risposta: in attesa di Bergamo dove questa varrà ancora di più, alla luce delle due classifiche.

(udineseblog)

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