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martedì 18 novembre 2008

"Grazie Padulano" fa notizia

"Grazie Padulano". Che cosa è mai quello striscione issato sulla curva nord di Udine? E chi è Padulano? Un nuovo acquisto? Un ultrà benemerito o vittima di qualcosa? No, è il questore della città.
Il questore? Il capo dei poliziotti? Non ci posso credere. E poi, in uno stadio, anzi davanti al covo dei tifosi più estremi. Forse è uno scherzo. No, signori, è una realtà che apre uno squarcio nel buio della violenza, dell'incomprensione e dall'eterna emergenza che afflige il nostro calcio. Quello striscione, purtroppo, trova nella stessa domenica il suo rovescio nella guerriglia di Roma tra teppisti e polizia prima del derby dedicato alla memoria di Gabriele Sandri. Se c'era un modo per offenderela memoria del ragazzo ucciso, quegli sciagurati l'hanno trovato. Poi nello stadio, per fortuna, c'è stata la commemorazione vera.
Che cosa fa un vecchio cronista dinanzi a quel "Grazie Padulano"? Elementare: telefona a Udine. Tutto è conforme alla notizia. Il questore si chiama Giuseppe Padulano, napoletano. Ha lasciato la sua città nel '76. ha girato per l'Italia poi, vista la sua specializzazione nella lotta al narcotraffico, l'hanno mandato in Colombia, a Bogotà, capitale mondiale della droga. Quattro anni di lavoro all'estero, quindi rientro in Italia: a Roma nell'Interpol. Nominato questore, va a Imperia e finalmente approda a Udine nel 2004. Una moglie triestina e una figlia. Professionista rigoroso, ma capace di dare al suo lavoro il 'valore aggiunto' della sua fantasia di napoletano. Lui e Udine si sono conquistati.
Caro questore, complimenti: uno striscione che ringrazia un poliziotto? "Sono contento per me, per la città, per i tifosi che l'hanno esposto e per il calcio. Udine può essere l'esempio di un'inversione di tendenza basata sul rigoroso rispetto della legge e sulla collaborazione". Bel concetto, dottor Padulano, ma nel calcio difficilmente funziona: il poliziotto è visto come nemico. "Udine dimostra che il clima può cambiare. Io ho parlato chiaro: severità massima con i violenti, comprensione per chi vuole mantenere lo spirito del proprio club accettando le regole. Gli ultimi daspo (divieti di frequentare lo stadio) li ho decisi per una rissa interna tra tifosi udinesi. Ma al di là del nostro rapporto con i club organizzati, qui tutto collaborano alla causa: la società, gli enti locali, la città. Lo stadio 'Friuli' è un modello, la rete televisiva interna dispone di 74 telecamere, la più attrezzata d'Italia. E davanti alla curva nord è stata tolta l'inferriata divisoria. C'è solo il fossato". Da quello striscione spira un venticello di libertà. Grazie Padulano, ma soprattutto grazie Udine.

(Udineseblog)

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