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martedì 25 novembre 2008

Coincidenze e fatti

Tu chiamale se vuoi coincidenze, e tali non possono che essere: però la differenza tra la classifica tra primi e secondi tempi ha detto che questa Udinese ha qualcosa che non va nella ripresa. Passare dal primo al tredicesimo posto significherà qualcosa? E Orsato & C in questo caso crediamo proprio che non abbiano molta influenza. Tropo il divario.
Un po' questa graduatoria ricorda quella dell'anno di Galeone dove i Bianconeri viaggiavano a mille ed in vetta nelle prime frazioni e malissimo, quasi da retrocessione nella ripresa.

Altra coincidenza che lega queste due squadre l'essere partite forte con alcuni grandi risultati. Se poi vogliamo trovare altre cose in comune allora ecco che c'è anche un modulo di mezzo il 4-3-3, dispendioso come pochi. Solo la Juve di Lippi, a memoria breve, ha vinto qualcosa con questo modo di giocare, ma avevava campioni già maturi. Questa Udinese è la più giovane della A ed +è chiaro che deve fare eperienz.
Altra coincidenza infine i pochi cambi: sia il 'Gale' che Marino sembrano non aver molta voglia di cambiare. L'Udinese è tra le squadre che hanno cambiato meno, e questo provoca stanchezza, che si traduce con calo nei secondi tempi, almeno secondo una certa logica. MA il calcio è molte volte illogico e trovare similitudini tra quelle due squadre è un giochino che si ferma qui.

Quella volta un ciclo stava finendo adesso si sta costruendo qualcosa. E come quando si costruisce serve pazienza. La'ver raggiunto la vetta ha forse dato un po' alla testa a tutti. Perchè con la Reggina solo un folle potrebbe dire che l'arbitro ha compromesso l'incontro, e questa partita è emblematica del periodo che sta vivendo l'udinese, forse colpita da una certa superbia, peccato capitale. A Milano bastava solo un po' di furbizia in più negli ultimi minuti per portarsi a casa un punto., cl Genoa si è cambiato poco, così come con la Fiorentina: il cambio di Quagliarella al 45° per noi che non siamo tecnici rimane un mistero.

Questa Udinese è però una dlle squadre più forti degli ultimi 10 anni, forse inferiore solo a quella di Zac che arrivò terza, che aveva forse meno qualità tecniche, ma più malizia e più esperienza. Insomma i presupposti per risalire ci sono tutti, ma guai a cercare alibi o nascondersi dietro scuse.

Meglio analizzare i numeri e cercare di porre rimedio

meglio se serve anche tornare sul mercato: Zimling o il finlandese Mattila possono rimpolpare la rosa ma non sembrano ad occhio già svezzati per riuscire nell'intento di dare il cambio quando serve a chi non è al 100%. L'anno passato si è pagato specie nel mezzo questo aspetto: D'Agostino e Inler sono arrivati cotti a fine anno e non c'era di mezzo la Uefa. Che tra l'altro toglie energie mentali. Non sarà la Champions, ma arrivati a questo punto è chiaro che un occhio di riguardo ce l'ha. Così come dovrebbe averlo la Coppa Italia.

Ma prima di questi discorsi ne viene uno ancora più importante: il Chievo. Non sarà decisiva, perchè a novembre parlare di partite da dentro o fuori è ridicolo, ma sicuramente se si vince la tempesta si rivela solo un temporale estivo, altrimenti attenzione agli allagamenti. Ora prima di tutto serve riprendere consapevolezza di se, e magari qualche energia anche mentale persa per strada. Marino in questo sappiamo che sa bene cosa fare, magari cambiando qualcosa se possibile, in attesa di capire quando Zapata, Felipe, Obodo e Tissone saranno considerati alla pari degli altri. Allora si che questa Udinese sarà davvero completa e farà paura, al di la di errori propri e degli altri. (udineseclub.net)

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