Quickribbon I giocatori del Pescara non giocano più

giovedì 20 novembre 2008

"Con la morte nel cuore, da domenica, in occasione della gara interna con la Juve Stabia, la squadra si asterrà dal rendere ogni prestazione in gare ufficiali, continuerà a farlo, e dalla prossima settimana interromperà anche la preparazione, se gli impegni, i tanti impegni, personali, d'onore e contrattuali non verranno immediatamente onorati". E' un passaggio del comunicato ufficiale diramato quest'oggi dai giocatori del Pescara, i quali annunciano un clamoroso stop di tutte le attività con decorrenza immediata. Una situazione davvero triste e mortificante per una tifoseria come quella abruzzese che sta vivendo un autentico incubo. Uno schiaffo per un club così blasonato ma che, tuttavia, non intacca le sacrosante regioni dei calciatori biancazzurri: "Dopo mesi di impegni costantemente disattesi, di parole d'onore spese a vuoto, di garanzie non mantenute, è giunto il momento di dire stop. Basta allo scempio che si sta consumando sulla nostra pelle, sulla nostra dignità e professionalità, sui tifosi, sulla cittadinanza. Ci sono 30 famiglie che attendono da agosto, manca un mese a Natale, il pagamento degli emolumenti, gente che prende 1.500,00 Euro al mese che non sa come vestire i propri figli o dove trovare i soldi per fare la spesa, e questo grazie al Pescara Calcio S.p.a.. La misura è colma, l'esasperazione è totale e le forze, fisiche ma anche nervose, si sono ormai esaurite, nessuno di noi è più in condizioni di andare avanti in questo modo. Traditi dai soci precedenti, che ci hanno salutato dalla sera alla mattina, abbandonati a noi stessi dai soci attuali, non siamo più disposti a rinunciare a valori insopprimibili, facendoci calpestare prima come uomini e poi come professionisti. In tutto questo, in mezzo a tutto questo, i tifosi, unico, vero grande patrimonio della squadra, come noi illusi prima e disprezzati poi, hanno dato prova di grande attaccamento e fedeltà alla causa comune. Non vogliamo continuare a soffrire per lavorare, sfrattati da casa, senza un ristorante dove mangiare, un pullman per effettuare le trasferte e le divise da gioco.
Noi chiudiamo qui, la farsa è finita, sappiamo che non tutti approveranno questa scelta, ma il dolore e le lacrime sono finite, mentre la disperazione in cui altri ci hanno fatto sprofondare non consente altra soluzione. Noi abbiamo amato, e amiamo, la maglia, la città, la tifoseria, e sarà per sempre, se, però qualcuno è davvero interessato alle sorti della squadra esca allo scoperto subito, oggi, e lo dimostri. Ora o mai più. Senza se e senza ma, niente progetti di cartone e strategie utopistiche".
Infine, la rosa della prima squadra, "composta da calciatori, tecnici, medici, preparatori atletici e fisioterapisti, comunica di avere conferito mandato all'Avv. Mattia Grassani del Foro di Bologna per la tutela dei propri diritti, mediante assunzione, allo scopo, di ogni più opportuna azione nelle competenti sedi". (tmw)

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