venerdì 31 ottobre 2008
El pube de oro , pardon el pibe de oro, torna in sella. Lo fa allenando la sua Argentina. Epilogo quasi naturale, se non fosse per il passato burrascoso che l'ha percosso. Eppure a noi Maradona sta simpatico. Lo diciamo senza voler passare da bastian contrari.
LO diciamo da quando in piena guerra delle Falkland andò ad assistere ad un concerto a Buenos Aires dei Queen, il gruppo più 'nazionalista' che sia mai esistito sulla faccia della scena pop/rock negli ultimi 60n anni. Oltraggiosamente legati a Sua Maestà si definivano i fab four londinesi. Eppure vivevano la musica con una idea molto facile: che deve uniore e non dividere. Così come il calcio.
Successe poi che dei pirla decisero che delle sperdute isole abitate solo da uccelli e pochi altri animali dovevano diventare oggetto strategico di vitale importanza. LA risposta dei Queen fu organizzare subito un concerto in Argentina. Maradona andò a sentirli e intonò anche Another one bites the dust. Freddie con la maglia biancoceleste, Diego con quella britannica.
Successe che a Buenos Aires ci furno 70,000 persone a gridare Love of my life e Las palabras de Amor. Successe che alla domanda dei giornalisti del perchè fu stato fatto quel concerto la risposta congiunta di Maradona e di Freddie fu che musica e calcio devono unire. Ci sono già altre cose che dividono.
Bellissimo. Poi accadde però anche che nel 1986 forse Maradona cambiò gusti musicali e segnò di mano all'Inghilterra. Il gesto fu preso come una vendetta per quella guerra inutile e stupida. Ma non fu così, Maradona era semplicemente un genio che voleva vincere le partite ad ogni costo. Con ognu mezzo, con quyelli eccezionali che gli ha fornuito dio, e con quelli umani che gli suggeriva il cervello. Il calcio infondo non è questo? Sinonimo di vita, dove non arriva l'arte serve furbizia. E' brutto dirlo, ma la sportività è un'altra cosa. E' comunque far capire che nonostante questi 'furti' questo bastardo calcio è ancora qualcosa che ci unisce. Ed in un mondo che divide su ogni cosa forse è ancora qualcosa di buono al di la di tutto.
Lo mercifichino pure, lo rendano televisivo, ma l'anima è una ed è sempre quella che ognuno ha dentro si sé, popolare, fatta di miseria e nobiltà, di grandi gesti e piccole furberie. Non scandalizziamoci se Gilardino segna di mano. In quel momento non ci avrà nemmeno pensato. Incazziamoci, sosteniamo la nostra squadra, e lottiamo. Perchè alla fine tutto è lotta: Maradona in questo è stato un campione più che sul campo. Auguri Diego! (udineseblog)
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Argomenti: Diego